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venerdì 13 dicembre 2013

RISOTTO ALLA PESCATORA




il risotto alla pescatora io lo faccio così... 

per 2 persone utilizzo:
5 pugnetti di riso (io utilizzo il Rosa Marchetti classico) 
200 g di vongole    200 g di cozze     50 g di gamberetti    50 g di calamari    2 gamberoni
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
brodo di pesce (che può essere preparato anche con i gusci dei gamberetti e gli scarti dei calamari fatti bollire per mezz'ora circa insieme a una carota, una costa di sedano e una cipolla piccola)
1 mazzetto di prezzemolo
2 spicchi d'aglio piccoli 
80 ml di vino bianco secco
150 g di riso
Sale e pepe

gli ingredienti possono essere variati in funzione del gusto personale



PREPARAZIONE 

Lavo bene vongole e cozze - pulisco i calamari e li taglio ad anelli 
Metto le cozze e le vongole in una  pentola, poi sul fuoco a fiamma vivace finché si aprono. dopo circa 8/10 minuti le sguscio,  tengo qualche cozza nel guscio, le userò per decorare il piatto. Filtro il liquido sul fondo della pentola.
Metto a soffriggere  i gamberetti in una padella con un filo d'olio per 4-5 minuti. Copro e tengo da parte.
Preparo  il brodo di pesce.


Trito molto finemente il prezzemolo e l'aglio lo metto in pentola con l'olio e faccio soffriggere per 5 o 6 minuti  aggiungendo un po' di brodo perché non secchi

Aggiungo i calamari, un po' di vino bianco  e faccio evaporare, successivamente aggiungo il riso e poi di nuovo del vino bianco, faccio tostare un po' il riso così, aggiungo sale e pepe prima di unire 4 o 5 mescoli di brodo e imposto il timer secondo la cottura del riso... 
Durante la cottura sto attenta quando si asciuga il riso e continuo ad aggiungere il brodo.

5 minuti prima della fine della cottura regolo di sale ed unisco i gamberetti, le cozze e le vongole. 

Lascio riposare un paio di minuti e nel frattempo tiro fuori quella teglietta che non vi ho detto... ma ho messo nel forno a 180° per 15 minuti solo con un po' d'olio  i gamberi sale-pepe e un po' di vino bianco, prezzemolo ed aglio.

A fine cottura  aggiusto di sale, una bella spolveratina di pepe  e metto nei piatti guarnendo con prezzemolo tritato qualche cozza con guscio e 1 bel gamberone per ogni commensale.



Buon appetito!

LA STORIA DI SANTA LUCIA PER I BAMBINI




Quando S. Lucia salì in cielo, tutti si meravigliarono nel veder arrivare una persona così giovane. Ben presto la Santa con i suoi modi dolci ed i suoi occhi pieni di luce conquistò tutti e, persino lo scontroso S. Pietro si prese cura di lei come fanno i nonni con i nipoti. Così trascorrevano i giorni allietati di serenità e pace e Lucia si godeva questa sublime situazione, riflettendo su quanto fossero lontane da lei le sofferenze e la cattiveria che regnavano sulla Terra. S. Pietro, che nonostante la sua lunga barba bianca, aveva ancora una vista acutissima, si accorse che un sottile velo di tristezza si era posato sugli occhi celestiali di Lucia e, così, decise di chiamarla a sé per parlarle. S. Lucia gli disse che avrebbe tanto desiderato anche per un solo minuto poter rivedere il suo paese in Sicilia e i suoi poveri.
S. Pietro, fu talmente colpito da quella richiesta che passò giorni e notti fra le morbide nuvole del Paradiso a pensare come potesse esaudire il suo desiderio, finché prese coraggio e decise di parlarne col Padre Eterno. S'incamminò un po' timoroso e quando fu da Lui espose la richiesta tenendo sempre china la testa in segno di profondo rispetto. S. Pietro restò immobile ad aspettare una risposta poi, inaspettatamente, udì uno strano e metallico tintinnio; socchiuse gli occhi e vide che il buon Dio teneva in mano una piccola chiave d'oro. "Tieni Pietro, questa é la chiave che apre una finestrella che dà sul mondo, prendila e portala a S. Lucia" disse il Signore. S. Pietro fu così meravigliato che afferrò la chiave e corse come un ragazzino a cercare la sua Santa bambina, felice di aver esaudito il suo desiderio. Immediatamente gli occhi della santa s'illuminarono e i due salirono su di una nuvoletta che li portò alla magica finestrella. Quando arrivarono, Lucia con la mano tremante, infilò la chiave nella fessura e, come d'incanto, le apparve laggiù il mondo.La giovane fu soddisfatta di quella visione e, per lungo tempo,non desiderò più aprire gli occhi sulle cose terrene. Una notte però, il suo sonno venne turbato da lontani lamenti e pianti. Lucia, preoccupata decise di prendere la chiave per vedere cosa stesse accadendo. Fu in quel momento che la santa vide tutte le cose ingiuste, la vita dissoluta, il male, ma soprattutto vide bambini che soffrivano e piangevano. 
Rammaricata richiuse piano la finestrella e, una profonda tristezza, calò sui suoi dolcissimi occhi celesti.
Lucia sperava di vedere presto migliorare le cose sulla Terra; la sofferenza dei bambini l'angosciava tantissimo, non sopportando che proprio loro, così immacolati ed indifesi, potessero subire angherie fisiche o morali da parte degli adulti.
S. Pietro nel frattempo la osservava in silenzio e, notava man mano che passavano le giornate, il mutamento d'umore di Lucia.Nemmeno al Padre Eterno passò inosservata la cosa e decise di chiamare S. Pietro. "Caro Pietro," disse il Signore "Io so quello che turba S. Lucia. Ella soffre per i patimenti dei bambini e le privazioni alle quali sono sottoposti."disse ed aggiunse: " Ho deciso, daremo l'incarico proprio a Lei di portare una volta all'anno un po' di allegria sulla Terra e, tu Pietro, le dirai che il Signore l'autorizza a scendere il giorno del suo martirio cioè il 13 dicembre per portare doni a tutti i bambini della Terra. Ora vai, corri, voglio che torni la luce in quei santi occhi." S. Pietro fu talmente felice, che, abbracciò il Signore e poi si affrettò a cercare Lucia per darle la bellissima notizia. Subito la santa rimase incredula, ma poi si convinse riempiendosi il cuore di letizia. Ormai mancavano pochi giorni al 13 dicembre, ma Lucia capì ben presto che non disponeva di nulla ed, in Paradiso, non esistevano né pasticcerie, né negozi di giocattoli. Questa volta S. Pietro fu veramente geniale; chiamò S. Lucia e la invitò a prendere la chiave d'oro dicendole di seguirlo."Apri la finestrella e guarda bene"disse Pietro. "Vedi là nello spazio? 
 Eccolo, lì c'é un cavallino, una bambola, un trenino, là c'é una trombetta, una trottola, li vedi? Sai cosa sono tutti quei giochi? Sono i giochi superflui, inutili, abbandonati e dimenticati dai bambini viziati e mai contenti. I giochi sono come le persone, cercano compagnia e, se nessuno li vuole più, preferiscono andare nello spazio, sperando d'incontrare qualche bimbo disposto a giocare con loro.. su' dai forza, prendine quanti ne vuoi e portali a chi ne ha veramente bisogno" concluse Pietro. "Oh, nonno Pietro, grazie, grazie di cuore" 
disse S. Lucia e cominciò ad afferrare tutti quei giocattoli abbandonati. La santa lavorò fino alla sera del 12 dicembre e mise tutti i giocattoli in grandi sacchi che appoggiò sulle spalle. Ma cara Lucia, così non arriverai mai con tutto quel carico,pesa troppo" disse Pietro e col suo vocione esclamò: " C'é qualcuno qui che sarebbe disposto ad aiutare S. Lucia?" "Iho...Iho..."Tu, mio dolce asinello? Se a Lucia va bene, andrà bene anche a me" disse Pietro guardando la santa. "Bravo asinello, tu sarai il mio fedele accompagnatore, vedrai, quando ci vedranno i bambini che gioia sarà per loro"disse Lucia accarezzando la generosa bestiola. 
Ecco come nacque il viaggio di S. Lucia e del suo asinello; da allora non hanno mai mancato all'appuntamento ogni 13 dicembre con i bambini buoni e bravi.



Un ringraziamento ad Anna -  Nel giardino degli angeli

venerdì 29 novembre 2013

PAPA FRANCESCO E LE LUNGHE BRACCIA


Le uscite di notte per aiutare i poveri
«Potrebbe esserci anche il Papa»

Krajewski: «Ogni volta rischio che mi segua in incognito»


CITTÀ DEL VATICANO - «Quando dico al Papa “stasera esco in città”, c’è sempre il rischio che lui venga con me. È fatto così, all’inizio non pensava al disagio che si poteva creare....». L’arcivescovo Konrad Krajewski, 50 anni, elemosiniere del Papa, ha un lampo divertito negli occhi mentre incontra i giornalisti e, quando gli si chiede se sia mai capitato che Francesco lo accompagnasse nottetempo in giro per Roma, nelle sue missioni in aiuto dei poveri, si limita a un sorriso e a un «prego, la seconda domanda» che scatena l’esegesi del suo silenzio: possibile che Bergoglio esca in incognito per Roma, come peraltro faceva a Buenos Aires quando da arcivescovo visitava la favela Villa 21, la gente lo chiamava «padre» e alcuni non sospettavano neppure che quel prete in clergyman fosse il cardinale? 

Più tardi la faccenda monta e «padre» Krajewski («il Papa mi ha detto: “Quando qualcuno ti chiama “eccellenza” chiedi cinque euro di tassa per i poveri! Anche a me è venuto di chiamarti così ma non ho cinque euro in tasca....”») si fa un’altra risata al telefono col Corriere , «ma non è vero niente, si figuri: certo, al Santo Padre piacerebbe, come piacerebbe uscire a confessare i fedeli, ma non gli è possibile, non è mai successo: chi interpreta diversamente il mio sorriso, si vede che non sa sorridere...». Lo stesso Francesco, del resto, aveva raccontato di essere «un prete callejero », di strada, «quante volte ho avuto voglia di andare per le strade di Roma!, ma capisco che non è possibile...». Il che, se non altro, spiega come sia invece possibile che una delle più alte cariche curiali si alzi alle 4.30 del mattino nel suo appartamento di Borgo Pio («sono rimasto lì, così la gente ha un accesso più diretto che in Vaticano») e passi buona parte del suo tempo in giro per l’Italia o attraversando la notte Roma sulla sua Fiat Qubo bianca («un’auto blu spaventerebbe, però ho la targa del Santo Padre così possiamo entrare ovunque») in aiuto di chi ha bisogno. Mai si era visto un elemosiniere pontificio itinerante. Ma quando lo nominò, in agosto, Francesco lo avvertì: «Non sarai un vescovo da scrivania, ti voglio tra la gente, il prolungamento della mia mano per portare una carezza ai poveri, ai diseredati, agli ultimi». Krajewski sorride: «Il Papa mi ha detto: “La scrivania non fa per te, puoi venderla; non aspettare la gente che bussa, devi cercare i poveri”. Perché Francesco vuole stare coi poveri. A Buenos Aires cenava e stava con loro per condividerne la vita. E ai miei familiari spiegava: “Queste sono le mie braccia, sono limitate, ma se le prolunghiamo con quelle di Corrado possiamo toccare i poveri di tutta Italia. Io non posso uscire ma lui è libero”». 

Senzatetto, immigrati, persone sole. Non è solo questione di soldi. C’è anche «la signora che chiama perché ha visto un ubriaco da riportare a casa». Le giovani guardie svizzere, gendarmi e volontari danno una mano. E poi «ho cominciato la visita a case di cura e di riposo». Perché la carità del Papa è anche un rosario ad anziani «che magari hanno figli vicini ma nessuno va a trovare: arrivo per conto di Francesco, abbraccio tutti camera per camera, preghiamo e pranziamo o ceniamo assieme». La Qubo macina migliaia di chilometri. 
L’Elemosineria, 11 dipendenti fissi e 17 calligrafi, si finanzia con le donazioni e circa 250 mila euro all’anno ricavati dalla vendita di pergamene con benedizione apostolica(costano «da 5 a 15 euro») per matrimoni, battesimi e così via. Nell’ultimo anno l’elemosina del Papa - per gli interventi più consistenti ci sono altri enti, oltre alle Caritas - ha raggiunto 6.500 persone, un milione di euro circa. Ma in questi mesi la crescita è esponenziale. «Tutti i soldi sono spesi per i poveri. Il Papa mi ha detto: “Il conto è buono quando è vuoto, così si può riempire. Non investire, non vincolare: spendi tutto per i poveri”. Poi, ogni volta che mi vede, chiede: “Hai bisogno di soldi?”». 

Certo bisogna spendere «con intelligenza, essendo sicuri». Quasi ogni mattina Francesco fa avere a «padre Corrado» una busta colma di richieste, «tu sai cosa devi fare». Si controlla con i parroci che siano autentiche e si invia un assegno circolare, in genere da qualche centinaio a un migliaio di euro. L’anziana di Venezia cui hanno rubato il portafogli mentre andava a comprare le medicine al marito. La persona che non riesce a pagare un mese di affitto. Ma anche la bimba di Chieti in fin di vita.


Quando il Papa lo mandò tra gli immigrati di Lampedusa portò con sé del denaro. «Ma poi mi resi conto che non era dei soldi che avevano immediato bisogno. Francesco mi chiese: che possiamo fare? E ci siamo inventati la cosa delle carte telefoniche, ne abbiamo prese 1.600...». Carità non significa solo dare qualche soldo. «Toccare nei poveri la carne di Cristo» ripete Francesco. 

Krajewski sospira: «Un cardinale mi ha raccontato che ogni giorno, in via della Conciliazione, dà a un povero due o tre euro. Ma io gli ho detto che per lui quelle monete sono nulla. Piuttosto, gli ho chiesto, perché non fa salire il povero a casa sua, magari lo porta in uno dei suoi tre bagni e lo lava?». 

Gian Guido Vecchi  da http://www.corriere.it   29 novembre 2013   © RIPRODUZIONE RISERVATA

25 GIORNI A NATALE... la pasta dorata


Semplicissima da fare...

cosa serve:  
- una base in cartone, io la chiedo solitamente al mio pasticcere 
- pasta di varie forme e dimensioni, a piacere
- una bomboletta di spry color oro, oppure oro colore acrilico
- colla a caldo
- nastrini e decorazioni natalizie a scelta...

Ritaglia il cartone da sola se vuoi utilizzando un compasso...
oppure usa la base in cartone delle torte, incollaci su la pasta con la colla a caldo  e dopo aver colorato o spruzzato con  l'oro, una volta asciutta,  decora la tua corona con un pinetto un pupazzetto dei nastrini etc...  

Buon lavoro!

giovedì 28 novembre 2013

26 GIORNI A NATALE... pappa per uccellini



Ricordiamoci degli uccellini, ormai è iniziato il freddo ed è così difficile trovare il cibo, diamo loro una mano...


Quale cibo utilizzare 

 I cibi più apprezzati sono le bacche di alcune piante, semi di girasole, di canapa, miglio, panico, arachidi, nocciole, frutta secca rigorosamente non salata,burro, margarina, strutto e carne trita, ma gli  uccelli apprezzano anche croste di formaggio, briciole di dolci, crema di budino e quanto altro. 

Vanno benissimo anche gli avanzi della tavola purché abbiano un alto potere calorico 


I semi verranno posti direttamente sul piano della mangiatoia, all’interno di quelle a rete o automatiche. 

Inoltre potranno essere mescolati alla margarina o allo strutto fuso, versati in stampi, in vasetti dello yogurt o gusci di noci di cocco dove verranno lasciati a solidificare. 

Il composto verrà appeso direttamente ai rami o al bordo della mangiatoia, sarà molto gradito e si potranno ammirare le evoluzioni per accaparrarsi i bocconi migliori. 

Lo stesso composto di semi e strutto potrà servire per riempire gli spazi vuoti di una grossa pigna o  colati in una vaschetta dove verrà poi immersa la spazzola di saggina fino al consolidamento, poi, sugli alberi, a donare tutta questa grazia. 


Il grasso lo possiamo chiedere al macellaio, ed il migliore sarà quello che ricopre i reni (strutto) e potremo anche utilizzarlo così com’è infilato nelle retine vuote dei limoni. 


Collane di arachidi, infilate con del sottile filo di ferro,potranno essere appese dovunque, mentre quelle sgusciate saranno introdotte in mangiatoie a rete, a molla o automatiche ed in qualsiasi contenitore con fori un po’ più piccoli delle arachidi stesse. 

Alcuni uccelli, come merli e picchi, preferiscono degli alimenti più sofisticati come le tarme della cera (Galleria mellonella), tarme (Tenebrionidi) e tignole (Pyralis farinalis) della farina o carne cruda trita. 

Molto apprezzato è il classico tronchetto di legno di circa 10/15 cm di diametro, per un’altezza di 40/50cm, con molti fori di 3/4 cm riempiti con strutto e semi. 

da http://www.lipupedemontanatrevigiana.it/

mercoledì 27 novembre 2013

27 GIORNI A NATALE



Queste preparazioni a forma di albero sono facili e divertenti da fare... 
Li si può riempire con qualsiasi cosa che ti piace, salato o dolce.


Puoi comprare la sfoglia e poi copia le istruzioni fotografiche... ne verrà fuori un capolavoro



Metti poi nel centro uno strato di Tofu (oppure robiola Osella) mescolato con sale, aglio, basilico (anche essicato) e pepe nero



Fai saltare in padella gli spinaci, con un po' di olio, cipolla, qualche pomodoro secco e pinoli, aggiusta di sale e pepe, assicurati che il composto non sia molto umido e appoggialo sul formaggio



Partendo dall'alto, è sufficiente piegare ogni striscia verso il centro, sovrapponendo un lato e poi l'altro lato.  Avvolgere saldamente sopra il ripieno.




Quando si arriva alle ultime due fasce laterali, ripiegare i due angoli inferiori. Si consiglia di tagliare questi un po'  se vi sembra troppo la pasta. 

Poi andare avanti e finire le due strisce laterali rimanenti, infilando l'ultima sotto 




Mettere su una teglia  (io ho usato carta forno), infornare a 250 gradi per circa 15/20 minuti.  
Lasciate raffreddare un po' e mettetela in un bel piatto da portata.... Buon appetito! 

ho trovato la ricetta su http://vegspinz.blogspot.co.uk.

28 GIORNI A NATALE


facilissimi...

disegna direttamente sulla stoffa  l'alberello o il cuoricino, riempilo con il cotone e poi cucigli su tutti i tipi di fettuccia e di pizzi immaginabili e possibili,  al mercato nei banchetti di mercerie se ne trovano tantissimi...  Buon lavoro!

giovedì 3 ottobre 2013

COME INTAGLIARE UNA ZUCCA




Fare un foro nella zucca


Il primo passo sta nello scavare la zucca. Utilizzare un coltello a sega per tagliare il buco. 
Se userete una candela per l'illuminazione, è possibile tagliare il foro nella parte superiore della zucca (mettere sempre la candela in un bicchiere dai bordi alti, e non lasciare mai incustodito). 
Per luci elettriche, fare il foro nella parte inferiore o laterale in modo da poter nascondere il cavo.






svuotare l'interno


togliere tutta la polpa ed i semi aiutandovi con un raschietto da gesso







 trasferire il disegno dal modello scelto 


Ora è il momento di trasferire i vostri disegni.  Applicarlo alla zucca, e tracciare il disegno di forando con un punteruolo affilato, con un ago da materassaio, o un punteruolo.






scavare le sagome


Rimuovere il modello e scolpire lungo i segni con una sega in miniatura o con uno strumento taglia linoleum. Se si vuole fare un lavoro perfetto, facendo molta attenzione si può utilizzare specialmente per gli occhi, un trapanino.  Suggerimento: su tutte le zone esposte di polpa della zucca e soggette a imbrunimento si può applicare un velo di vaselina.







Se  si desidera si possono mettere le candele, piccole torce elettriche, o le sorgenti luminose a batteria all'interno della vostra zucca. 


Per illuminare una zucca intagliata, queste luci sono preferibili alle candele per la maggior parte dei disegni: avvolgere un filo di 20 luci intorno un barattolo di vetro, ed assicurare i fili con nastro adesivo. 
Scollegare le luci prima di uscire di casa o di andare a dormire. Se si utilizza una candela, metterla in un bicchiere o un supporto, per risparmiare si possono usare candele votive, ricordatevi se non l'avete già fatto di tagliare un foro nella parte posteriore o superiore della zucca per la ventilazione. 

Buon lavoro!


a mia volta ho imparato da: http://www.marthastewart.com

mercoledì 2 ottobre 2013

CREMA DI ZUCCA, ROBIOLA E SPECK



Sbucciate  800 g. di zucca, tagliate la polpa a cubetti e lasciatela lessare tutto il tempo necessario.

Fate un soffritto con un porro tritato finemente ed uno scalogno in olio extra vergine. 
Quando le verdure iniziano a dorarsi aggiungete 150 g.  speck a dadini e lasciate rosolare fino a renderlo croccante. 

Mettete ora la polpa di zucca lessata nel mixer, aggiungendo mezzo litro di  brodo vegetale, mezzo cartoccio di panna fresca, un filo di olio , azionate fino a quando il tutto non si sarà trasformato in una crema omogenea. 
Rimettete la crema in un pentolino, portate a temperatura, scegliete voi la densità aggiungendo del brodo. Insaporite con timo e rosmarino quanto basta, salate e pepate.
Preparare nelle ciotole da portata, versando prima le porzioni di speck, sgocciolato dal grasso di cottura,   posizionare sopra mezza robiola (io uso le Osella piccole) e poi la vellutata di zucca. 

Servite con abbondante quantità di crostini di pane.

RICETTE ZUCCA

RICETTE PER UNA CENA  A BASE DI ZUCCA


ZUCCA ARROSTO ALLE SPEZIE

Porzioni: 4
Tempo di preparazione: 10 minuti
Tempo di cottura: 20 minuti

ingredienti:
1 piccola zucca o 1/4 di di una  zucca grande, 1 cucchiaio di olio d'oliva, sale, chiodi di garofano, cannella in polvere  e noce moscata. 1 cucchiaio di zucchero di canna

indicazioni:
Scaldare il forno a 200° .
Con un grande cucchiaio di metallo svuotare la parte interna della zucca. Salvare i semi per tostarli (sono buonissimi). Utilizzare un coltello affilato per tagliare le fette di zucca, di circa 1 cm di spessore.

Mettere le fette di zucca sulla teglia. Condire con olio d'oliva  su entrambi i lati della zucca. Aggiungere il sale, le  spezie e lo zucchero di canna. Arrostire in forno per 20-25 minuti





GNOCCHI CON ZUCCA MARINA DI CHIOGGIA



INGREDIENTI

400 g di zucca  (peso netto della polpa)
Sale
100 g di farina di grano tenero tipo 00
1 uovo 
20 g di parmigiano reggiano
20 g di burro
alcune foglie di cavolo nero o 4/5 foglie di salvia

PREPARAZIONE
Lavare la zucca sotto l'acqua fresca e tagliarla a metà. Eliminare i semi ed i filamenti aiutandosi con un cucchiaio. Tagliarla a pezzetti e sbucciarla.
Se è molto spessa tagliarla a fette alte 1 centimetro e metterle su una teglia foderata con un foglio di carta da forno.
Cospargere con un pizzico di sale ed infornare a 160° C per 30-35 minuti. Per capire se la zucca è pronta schiacciarla con una forchetta: deve essere tenera e spappolarsi.
Sfornare e farla raffreddare.
Schiacciare la zucca con una forchetta fino ad ottenere un composto cremoso e metterla in una ciotola.
Unire la farina, l’uovo, il parmigiano grattugiato ed amalgamare.
Su un tagliere di legno ben infarinato lavorare una parte del composto fino ad ottenere un rotolino di un paio di centimetri di diametro. Tagliare con un coltello dei pezzetti da due centimetri. Disporli su uno strofinaccio infarinato facendo attenzione a che non si tocchino fra loro, altrimenti si attaccano.
Attenzione: usare meno farina possibile, altrimenti gli gnocchi diventeranno molto duri. Lavorare piccole porzioni di impasto alla volta.
Sciogliere il burro in una capace padella assieme alle foglie di cavolo nero sbollentate, oppure foglie di salvia 
Lessare gli gnocchi in abbondante acqua salata a bollore, successivamente farli saltare in padella con il loro condimento per qualche minuto aggiungere altro parmigiano a piacere





POLLO E ZUCCA IN CREMA



20g  porcini secchi
1 pollo a pezzi
1 limone, dimezzato
2 cucchiai di olio d'oliva
burro  25g
1 piccola cipolla, tritata finemente
300g di zucca tagliata a cubetti di circa 2 centimetri
200 g di funghi o freschi o coltivati, tritate grossolanamente
1 confezione di panna

Mettere a bagno i funghi secchi in 300 ml di acqua calda per 30 minuti. 
Privare il pollo della pelle ed irrorarlo con il limone prima di metterlo in padella con poco olio, rosolarlo da entrambe i lati

Scaldare il forno a 180° 
In un tegame di medie dimensioni Sciogliere il burro ed aggiungere la cipolla con un cucchiaino di sale e far rosolare finché non assume un colorito oro pallido. Aggiungere i funghi secchi ben risciacquati ed asciugati, la zucca e far soffriggere per 5 minuti.  
Aggiungere i funghi freschi e cuocere per altri 5 minuti, mescolando spesso. Incorporate la panna, 4/5 cucchiai di acqua dei porcini. 
Cuocere senza coperchio per 10/12 minuti fino a ridurre leggermente, a questo punto aggiungere
il pollo.
Coprire e cuocere in forno per 30/40 minuti, girando il pollo una o due volte e aggiungendo qualche cucchiaio di acqua se la salsa diventa un po 'secca.

La ricetta si può preparare in anticipo e poi metterla in forno 20 minuti prima dell'arrivo degli ospiti.



FRITTELLE DI ZUCCA


350 gr di zucca
240 cl di latte
2 uova
200 gr di zucchero
1 bicchierino di liquore a scelta
16 gr di lievito
500 gr di farina

Cuocere la zucca,  frullarla o spezzettarla mettere da parte.
Aggiungete mescolando il lievito alla la farina  ed allo zucchero.

In una ciotola versate le uova e sbattete aggiungendo il latte e la zucca,  mescolate bene e successivamente aggiungere la farina lentamente continuando a mescolare,  fino a ottenere un impasto liscio e lasciate riposare almeno mezz'ora.

In una padella scaldare l'olio, quando è caldo aggiungere le cucchiaiate di impasto si formeranno delle palline, lasciatele fino a che non saranno dorate su entrambi i lati. 
Fate una miscela di zucchero e un po' di cannella e spargerlo sulle frittelle.
Le frittelle si possono servire con marmellata tiepida.


Buon Appetito!

lunedì 30 settembre 2013